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venerdì 3 aprile 2020

Coronavirus, pandemia senza freni: raggiunta quota un milione di contagi e 50 mila morti nel mondo

Coronavirus, pandemia senza freni: raggiunta quota un milione di contagi e 50 mila morti nel mondo

Coronavirus, pandemia senza freni: raggiunta quota un milione di contagi e 50 mila morti nel mondo
Una giornata davvero triste per il mondo intero. Oggi, 2 aprile, esattamente alle ore 20.03, è stato raggiunto il terribile tetto del milione di contagiati per il coronavirus. E superata anche la tragica quota dei 50mila morti. Unico elemento positivo, in una giornata in cui coincidono dati così rilevanti dal punto di vista statistico, è quello che riguarda il numero dei guariti, che proprio oggi ha superato i 200mila, e ciò vuol dire che già oltre il 20% di chi è stato colpito dal virus ne è uscito. Tra i pazienti attualmente positivi, il 95% è in discrete condizioni con sintomi leggeri, mentre preoccupa lo stato di salute del restante 5%, che si trova in terapia intensiva, con sovraccarico degli ospedali soprattutto in Francia e Spagna, dove i pazienti più gravi al momento sono oltre 6mila.
L'impennata dei contagi in alcuni paesi, Stati Uniti, Spagna e Germania su tutti, ha fatto si che in pochi giorni l'incremento della pandemia fosse tanto rapido da raggiungere una quota così drammaticamente alta. Un milione di positivi. Ieri, ed è purtroppo immaginabile che oggi non sarà una giornata migliore, negli Usa si è registrata, in sole 24 ore, la cifra record di 26.473 nuovi contagi, drammatico record mondiale che neppure in Cina nei giorni peggiori dell'esplosione del Coronavirus era stato raggiunto (al massimo a Wuhan e dintorni si toccò quota 14 mila). L'incremento rispetto al giorno precedente è stato del 14%. E nel Paese stelleestrisce si è superata quota 240 mila contagi, doppiando in pochissimi giorni il dato italiano. Più basso, ma sempre elevatissimo l'aumento dei contagi in Spagna: ieri sono stati 8.195 in più rispetto a martedì con una percentuale di crescita dell'8,5%. Nettamente superiore quindi all'andamento registrato in Italia negli ultimi tre giorni: infatti nel nostro Paese l'incremento giornaliero si è stabilizzato intorno al 4-4,5%.

E nei prossimi giorni, forse entro fine settimana la Spagna (oggi già oltre 6mila nuovi casi) strapperà all'Italia il triste primato del secondo paese più travolto dal coronavirus nel mondo dopo gli Stati Uniti, mentre anche la Germania, dopo Italia, Usa e Spagna, oggi ha superato la Cina come numero di contagiati, oltre quota 81mila. E la Cina, quindi, da dove tutto è cominciato, è ora al quinto posto in questo drammatico elenco. Restando in Spagna, tra l'altro, si può osservare come in rapporto alla popolazione il numero dei contagi sia nettamente superiore a quello italiano e degli altri principali paesi europei: 2,3 infetti ogni mille abitanti nello stato iberico, mentre in Italia siamo a 1,9, in Germania a 1, in Francia 0,9, in Belgio 1,3 e Austria a 1,2, in Svizzera 2,1. E mentre nella immensa Cina questo dato assume un contorno infinitesimale, appena 0,057 contagi ogni mille abitanti, in alcuni Paesi più piccoli e circoscritti, il virus si è diffuso più facilmente e il rapporto contagi/abitanti è decisamente più alto: 3,6 nelle Isole Far Oer, 3,8 in Islanda, 3,9 in Lussemburgo. Per non parlare delle città Stato: 6,9 a San Marino e 7,4 in Vaticano. Ma ormai il coronavirus ha fatto il suo ingresso in tutti gli oltre 200 paesi del mondo, nessuno sembra aver scongiurato l'epidemia: anche in Papua Nuova Guinea e Timor Est si sono registrati i primi casi.
E' un bilancio tragico, tanto più se si considerano i dati relativi ai decessi. Siamo oltre quota 50mila, con l'Italia che si avvicina a 14mila e la Spagna che questa mattina ha superato i 10mila. Ma ieri, in una sola giornata, negli Stati Uniti sono morte oltre mille persone, per un totale finora di oltre 5mila. Ma l'Italia è il Paese che continua ad avere il più altro rapporto tra decessi e popolazione: 218 vittime ogni milione di abitanti, con la Spagna vicina a 214; in Europa seguono ma molto distanti il Belgio (87), l'Olanda (68), la Francia (62) e la Gran Bretagna (35). Mentre gli Usa sono a 15 pur avendo già la metà dei decessi registrati in Italia.

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